Bambino muore a Monza per complicazioni da morbillo, quali i responsabili?

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di Massimo Zito per Reccom Magazine

“La scienza inesorabile in sua capacità predittiva. Ogni otto casi di morbillo un’otite, ogni 15 una polmonite, ogni 1500 un’encefalite e ogni 3000 un morto” ha twittato ieri il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, poco dopo che si era diffusa la notizia del bambino morto di morbillo.

Si tratta, purtroppo, di una storia esemplare accaduta a Monza. Un bambino di sei anni è morto ieri all’ospedale San gerardo di Monza in seguito a complicanze dovute a morbillo. Il piccolo era affetto da leucemia linfoblastica acuta, patologia che gli aveva causato immunodepressione e non disponeva, quindi, delle normali difese immunitarie che ci proteggono, normalmente, da patologie quali il morbillo.

Il punto che colpisce è che il bambino è stato infettato dalla malattia esantematica e agli stessi suoi fratellini, che pure si sono ammalati dopo il bimbo leucemico, i genitori avevano deciso di non praticare sui propri figli alcuna vaccinazione lasciandoli quindi scoperti contro le patologie dell’infanzia e esponendo, quindi, ulteriormente il piccolo malato immunodepresso.

Stiamo parlando di un caso in cui è lampante come l’annullamento dell’immunità di gregge apre le porte alle patologie infettive per i soggetti più deboli.



Le complicanze da cui il bambino è stato colpito in seguito all’infezione da morbillo sono di ordine polmonare e cerebrale e c’è da tenere presente che oggi da patologie come la leucemia linfoblastica acuta si può guarire nell’85% dei casi.

Come sottolineato sopra, si tratta di un caso esemplare in cui ignoranza, credulità e l’effetto deleterio della diffusione virale di notizie infondate attraverso i social network possono andare a costituire un cocktail mortale per gli elementi più deboli della nostra società. Viene da chiedersi come sia possibile che, a XXI° secolo inoltrato, vi siano ancora persone incapaci di informarsi correttamente, pronte a credere a improbabili teorie complottiste, soprattutto a questa sui vaccini, notoriamente nata da un rapporto di un medico consulente di un tribunale inglese che falsificò uno studio come perito di parte e fu, per questo, radiato dall’albo.

Ma questo bambino non è la sola vittima di idee e filosofie malsane, in questo caso è stato il complotto contro i vaccini il responsabile di questa morte ma questa non è la sola idea che ha fatto presa su “mamme informate” e papà ignoranti. Negli ultimi mesi abbiamo assistito al continuo fiorire sui mass media di notizie, ad esempio, su bambini deceduti a causa di cure omeopatiche per patologie che necessitavano terapie antibiotiche, bambini ricoverati con segni evidenti di denutrizione, in condizioni cachettiche e a volte deceduti perché alimentati dalla più tenera età secondo i dettami della filosofia vegana, un’idea che, di base, ha un grande rispetto per l’ambiente e le sofferenze degli animali ma che obbliga i suoi adepti ad un regime alimentare incongruo ed insufficiente se privo di adeguati integratori.

In tutto questo, penso, non possono essere taciute le responsabilità dello stato che, per almeno un paio di decenni, ha lasciato proliferare l’ignoranza ed il complottismo, senza mai fare informazione vera e quelle, clamorose, dei social network che, lungi dall’essere strumenti dell’interazione sociale per la quale erano stati progettati, sono diventati vere e proprie casse di risonanza per l’informazione cosi detta bufalara e neanche possono essere taciute le responsabilità di un gigante del web come google che, concedendo introiti pubblicitari a chiunque, hanno di fatto favorito la nascita di migliaia di siti web di informazione scandalistica basata sul complottismo e sulle bufale propagate in maniera virale per ottenere visualizzazioni delle pagine e click sui banner.

Ce ne sarebbe anche per i genitori, sicuramente colpevoli di ignoranza e di eccessiva credulità verso notizie e informazioni prive di fondamento o basate su dati falsificati alle quali hanno dato retta senza approfondimenti adeguati su siti dotati dellagiusta credibilità scientifica per fornire informazioni attendibili. Si tratta di genitori colpevoli ma che volevano proteggere i propri figli dal complotto globale atto ad arricchire Big Pharma ed i poteri forti alle sue spalle. Certamente pagheranno epr le loro responsabilità ma c’è da ricordare che passeranno il resto della loro vita a macerarsi nel dolore e nel dubbio.

È, però, auspicabile che i governi mondiali si decidano finalmente a legiferare e ad agire contro chi propala false informazioni e notizie volutamente errate, siano essi piccoli webmaster alla ricerca di pochi euro per arrotondare le proprie entrate siano essi i giganti del web che indicizzano e permettono che simili notizie possano essere trovate e diffuse. Non si tratterà di una censura, da sempre temuta dagli internauti della prima ora, ma di un legittimo freno posto da chi di dovere a protezione di chi non arriva culturalmente e mentalmente a discernere e ad informarsi correttamente.

Massimo Zito è owner di Reccom Magazine

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