Fiocchi di neve notturni su Marte

"Dai dati rilevati negli ultimi anni sembra proprio che nubi e nevicate siano centrali nel ciclo dell'acqua e nel clima di Marte

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Su Marte, la notte può portare la neve.

Le basse temperature serali potrebbero raffreddare le nuvole e attivare venti turbolenti in grado di alimentare brevi tempeste di neve sul pianeta rosso, come suggeriscono le nuove simulazioni. Questo processo, pubblicato sul numero del 21 agosto di Nature Geoscience, potrebbe essere, prima o poi, osservato da uno dei rover esploratori in funzione su Marte.

Dai dati rilevati negli ultimi anni sembra proprio che nubi e nevicate siano centrali nel ciclo dell’acqua e nel clima di Marte“, afferma Paul Hayne, geofisico del Jet Propulsion Laboratory della NASA di Pasadena, in California, che non ha partecipato alla ricerca. Il nuovo studio è stato in grado di creare la nevicata simulando il clima su una scala molto più raffinata delle simulazioni precedenti. “Ciò dimostra la necessità di dati meteo a scala locale per comprendere gli aspetti più fondamentali del clima di Marte.

Le osservazioni satellitari mostrano che la neve che ricopre i poli marziani e composta di acqua e di anidride carbonica. Nel 2008 la sonda della NASA Phoenix ha rilevato tracce di neve sotto una nuvola di ghiaccio notturna (SN Online: 6/20/08), individuando così, per la prima volta, prove di nevicate notturne su Marte.

All’epoca gli scienziati pensavano che la neve sul Pianeta Rosso si formasse allo stesso modo del modo in cui si formava su terra – le particelle di ghiaccio nelle nuvole si scontrano, si attaccano e poi diventano abbastanza pesanti da cadere a terra. Ma Marte ha meno vapore d’acqua nelle sue nuvole e meno gravità della Terra. Ciò significa che la neve potrebbe cadere troppo lentamente per spiegare le osservazioni del lander di Phoenix.



Aymeric Spiga, dell’Università Pierre e Marie Curie di Parigi, ed il suo team si sono chiesti cosa sarebbe successo se le simulazioni avessero preso in considerazione l’influenza del vento a livello locale o regionale ed i forti sbalzi di temperatura che spesso accompagnano le tempeste di neve sulla terra.

Guardando le differenze di temperatura negli strati dell’atmosfera marziana, il team ha scoperto che le fredde notti marziane potrebbero innescare lo sviluppo di sbuffi di neve a discesa veloce. Questi pennacchi assomigliano alla struttura delle nuvole e alle precipitazioni individuate da Phoenix.

Invece che le particelle di ghiaccio d’acqua che lentamente diventano neve e poi cadono, su Marte, le basse temperature raffreddano le nuvole di ghiaccio e provocano forti venti che spingono i cristalli di ghiaccio verso terra ad alte velocità, secondo quanto mostrano le simulazioni.

Secondo Spiga le simulazioni corrispondono alle variazioni nelle nuvole e alle nevicate osservate dal lander di Phoenix fino all’ora e chiariscono come si forma la neve su Marte. Per arrivare al suolo, la neve marziana dovrebbe cadere da nuvole basse, solo ad un chilometro o due sopra la superficie marziana. Diversamente, la neve sublimerebbe trasformandosi in vapore acqueo prima di colpire il suolo.

Questa è una scoperta importante perché ci permette di capire le condizioni in cui una nevicata può depositare ghiaccio d’acqua sulla superficie“, dice Hayne.

Secondo Spiga questo risultato potrebbe richiedere ai ricercatori di riconsiderare le nuvole di acqua-ghiaccio che rimescolano l’atmosfera inferiore di Marte. Fino ad ora si è pensato che le nuvole marziane fossero abbastanza statiche. Ma i risultati mostrano che la miscelazione dell’acqua a bassa quota è “non come abbiamo pensato”. Aggiungere questo fattore ai modelli climatici di Marte potrebbe darci indizi su circolo dell’acqua nell’atmosfera del pianeta adesso e su come può essersi asciugata nel tempo.

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