Secondo un’ipotesi, i buchi neri supermassicci rotanti potrebbero condurre in lontane parti della galassia o dell’universo

Un gruppo di studio del Georgia Gwinnett College ha avanzato l'ipotesi che certi buchi neri, quelli supermassicci e rotanti, potrebbero permettere l'attraversamento fungendo da veri e propri portali, o scorciatoie, verso lontani punti dell'universo. L'ipotesi appare prossima alla fantascienza, che prende in considerazione questa idea già da molti anni, che alla scienza, ma a molti piace sognare...

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I buchi neri oltrepassano il confine tra fantascienza e scienza. Gli scienziati, infatti, hanno visto i buchi neri in azione, intenti a consumare stelle ignare, colpevoli solo di essersi avvicinate troppo.

Ma dove la realtà finisce e la finzione prende il sopravvento è sul bordo di un buco nero, un luogo chiamato orizzonte degli eventi, dove nessuna sonda spaziale è mai arrivata.

per capire cosa accade oltre quel confine, all’interno di un buco nero, possiamo formulare poco più di mere ipotesi, infatti le normali leggi della fisica non valgono all’interno di un buco nero.

Gli scienziati concordano sul fatto che dopo essere entrati in un buco nero, la gravità alla fine diventerà così forte da annientare qualsiasi cosa.

Scrittori e soggettisti di fantascienza sono più ottimisti, descrivendo i buchi neri, o almeno alcuni buchi neri, come portali attraverso lo spazio e il tempo o come accessi verso altre dimensioni o universi paralleli.



Ora sembra che alcuni scienziati pensino che gli appassionati di fantascienza potrebbero non essere troppo lontani dalla verità.

I buchi neri potrebbero essere adatti al viaggio nell’iperspazio, dopo tutto; bisogna solo entrare nel giusto tipo di buco nero.

Al centro di ogni buco nero c’è un punto di densità infinita, chiamato singolarità. È ciò che dà ai buchi neri la loro forte attrazione gravitazionale. E per decenni, gli scienziati hanno pensato che le singolarità fossero tutte uguali, quindi qualsiasi cosa passasse per l’orizzonte degli eventi sarebbe stata distrutta allo stesso modo: stirata e tirata come uno spaghetto infinitamente lungo.

Ma, dai primi anni ’90, quando diversi gruppi di ricerca in Canada e negli Stati Uniti scoprirono un secondo tipo di singolarità chiamata “singolarità dell’inflazione di massa“, tutto è cambiato.

Ha ancora una forte attrazione gravitazionale, ma, potenzialmente non ti ucciderebbe nel processo, il che significa che si potrebbe sopravvivere al viaggio attraverso un buco nero.

Più specificamente, stiamo parlando di un grande buco nero rotante, che è dove esisterebbero questi tipi di singolarità.

Ora, ovviamente, gli astronomi non possono attraversare un buco nero per testare questa teoria. Anche volendolo fare, il posto migliore per testarla sarebbe il buco nero supermassiccio nel centro della nostra galassia, la Via Lattea, che si trova a 27.000 anni luce di distanza.

I buchi neri supermassicci rotanti potrebbero essere attraversati

Per ovviare a questo, astronomi ed astrofisici eseguono simulazioni al computer per vedere cosa succederebbe se riuscissimo a raggiungere un buco nero isolato e in rotazione, e ora, per la prima volta, un team di scienziati dell’Unass Dartmouth e del Georgia Gwinnett College ha fatto esattamente questo.

Spiega Lior Burko del Georgia Gwinnet College: “Nel momento in cui si entrasse nel buco nero supermassiccio che ruota al centro della nostra galassia, si percepirebbe un leggero aumento della temperatura, ma non sarebbe un aumento drammatico, sarebbe talmente veloce da non avere il tempo di subire l’effetto delle forze molto forti, si passerebbe rapidamente oltre“.

Passare attraverso una singolarità debole potrebbe essere come far passare rapidamente un dito attraverso la fiamma di  una candela che brucia a 1000 gradi Celsius: tenendo il dito nella fiamma abbastanza a lungo, ci si brucia, ma passando velocemente il dito sopra la fiamma se avverte a malapena qualcosa, una lieve e momentanea variazione della temperatura.

Allo stesso modo, passando attraverso una singolarità debole con la giusta velocità e la giusta quantità di moto e al momento giusto, potrebbe essere possibile non risentirne affatto.

Per quanto riguarda ciò che accade una volta passati oltre il buco nero, nessuno lo sa, ma Burko ha le sue idee.

Dice che una possibilità è che potremmo ritrovarci ​​in qualche parte remota della nostra galassia, potenzialmente lontani anni luce da qualsiasi pianeta o stella, ma una seconda possibilità, forse più intrigante, è che potremmo ritrovarci in una galassia del tutto diversa.

Queste, oggi come oggi, sono solo speculazioni e saranno necessari ancora molti anni, forse secoli, di ricerche e studi prima che sia possibile avvicinarci con successo ad un buco nero.

Inoltre, considerata la distanza che ci separa da Sagittarius A *, il buco nero rotante supermassiccio al centro della nostra galassia, il più vicino che conosciamo con queste caratteristiche, per poterlo raggiungere dovremo avere già sviluppato sistemi di propulsione tipo la “velocità curvatura” di Star Trek e, quindi, probabilmente non avremo bisogno di attraversare un buco nero per provare ad arrivare all’altro capo della galassia…

Fonte: Science daily

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