Fallstreak holes

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di Oliver Melis

Il termine fallstreak hole è un fenomeno che in Italia prende il nome di “buchi nelle nuvole“. Spesso questo fenomeno viene associato alle scie chimiche che, grazie ai social, sono un argomento molto discusso e che abbiamo trattato precedentemente cercando di fare un minimo di chiarezza.

Oggi i fenomeni che osserviamo possono essere condivisi grazie alla capillare diffusione di cellulari e fotocamere dandoci la possibilità di vedere fenomeni che in passato erano di difficile osservazione, grazie a internet siamo oggi in grado di capirli ma allo stesso modo tanti tendono a deformare quello che osservano prendendo per buone informazioni fornite da personaggi e siti che di scientifico non hanno nulla, cosi nascono e circolano bufale, leggende e complotti.

I fallstreak hole si presentano come buchi di grandi dimensioni che si formano in presenza di nuvole chiamate cirrocumuli o altocumuli.



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I buchi si formano molto velocemente quando correnti d’aria portano i cristalli di ghiaccio a quote inferiori svuotando la nuvola, in definitiva, una parte della nuvola stessa, a causa delle correnti, si stacca formando un buco. Solitamente la corrente tende a distruggere la nuvola privandola dei cristalli che la compongono fino a farla scomparire, qualche volta però il fenomeno può fermarsi prima di consumare la nuvola facendo in modo che il buco si richiuda ad esempio, nel caso arrivi un altro fronte nuvoloso o il passaggio di venti più intensi in quota.

A seconda di diverse variabili, come la quota e la pressione atmosferica, le nuvole possono contenere delle gocce d’acqua che nonostante la bassa temperatura non formano cristalli di ghiaccio, questo fenomeno detto “sopraffusione” permette alle gocce di restare in forma liquida fino a quando qualcosa non interviene a cambiarne l’equilibrio, portando alla formazione di pochi cristalli che innescano il fenomeno.

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La rottura dell’equilibrio può avvenire quando un aereo passa nella regione in esame innescando il congelamento delle gocce e rompendo quindi lo stato di equilibrio del sistema. Nel buco spesso si forma un arcobaleno grazie alla luce rifratta dai cristalli di ghiaccio.

Il fenomeno viene associato come detto alle fantomatiche “scie chimiche” anche se per fugare ogni dubbio basterebbe solo un po’ di buona volontà, una buona lettura e un po’ di razionalità e buon senso.

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