I cambiamenti climatici potrebbero innalzare i livelli del mare di oltre due metri entro il 2100.

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I livelli dell’oceano sono in aumento a causa dei cambiamenti climatici e la visione a lungo termine è che il livello del mare salirà di circa un metro entro il 2100. Un nuovo sorprendente studio, però, suggerisce che la visione è fin troppo ottimistica. Purtroppo, i livelli del mare potrebbero aumentare più di due metri se le temperature globali continuassero a salire più del previsto.

Gli autori dello studio, credono sia possibile che i livelli del mare possano aumentare di oltre due metri, dichiarando che “l’evento si trova entro i limiti di incertezza del 90%,” con questa prospettiva la devastazione potrebbe essere catastrofica. Un innalzamento delle temperature di 5 gradi Celsius, causerebbe un significativo calo dei livelli di ghiaccio in Groenlandia, così come in Antartide. Se l’aumento delle temperature si attestasse sui 2 gradi Celsius, la Groenlandia sarebbe la principale fonte di preoccupazione nel contribuire all’innalzamento del livello del mare.

Confrontando lo studio con il rapporto dell'”Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) del 2013, un aumento di un metro del livello del mare potrebbe portare ad una perdita di terre emerse di dimensioni uguali a Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna messe insieme e quindi a costringere a spostare oltre 180 milioni di persone. “Un innalzamento del livello del mare di questa portata avrebbe chiaramente conseguenze profonde per l’umanità,” hanno detto gli autori del rapporto del 2013. Le conseguenze potrebbero danneggiare gravemente le città costiere come New York e Miami e le isole hawaiane in un futuro non troppo lontano.

I livelli del mare, globalmente, aumentano di circa 3 millimetri l’anno, secondo il nuovo studio che è stato pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences. Gli autori del nuovo studio ritengono che il rapporto dell’ONU del 2013 non sia molto lontano dalla realtà ma che utilizzi solo situazioni “probabili” che potrebbero accadere e non le “probabilità“; secondo gli studiosi, questo potrebbe essere fuorviante per coloro che tentano di prendere decisioni. “Limitare l’attenzione alla parola “probabile”, come nel caso del quinto rapporto di valutazione dell’IPCC, potrebbe essere fuorviante e causare probabilmente una scarsa valutazione dei rischi reali”, ha detto Willy Aspinall, uno degli autori dello studio, in un dichiarazione.

Il nuovo studio prende in considerazione le stime di ciò che potrebbe accadere nell’intervallo di eventi compresi tra il 5 e il 95 percento di possibilità, mentre il rapporto dell’ONU del 2013 ha osservato un intervallo compreso tra il 17 e l’83 percento di possibilità. Sarebbe, quindi, opportuno non basare le proiezioni esclusivamente sulla previsione di un aumento delle temperature intorno ai 2 gradi Celsius ma considerare anche cosa accadrebbe nel caso si verificasse un aumento di 5 gradi Celsius, sia pure scientificamente improbabile.



L’autore principale dello studio, Jonathan Bamber, ha dichiarato alla BBC che è importante guardare ai valori più bassi perché hanno una significativa probabilità statistica che possano accadere. “Quando inizi a prendere in considerazione una bassa probabilità che qualcosa accada usando valori ancora plausibili, gli esperti ritengono che ci sia una piccola ma statisticamente significativa probabilità che la Calotta Polare Antartica diventi particolarmente instabile e parti dell’Antartide orientale subiscano lo stesso destino. Questa situazione è, però, destinata a realizzarsi se si verificasse l’evento altamente improbabile di un aumento di 5 gradi Celsius delle temperature”.

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