OOPArt: il cubo di Gurlt

Il cubo di Gurlt venne scoperto nell'autunno del 1885 all'interno di un blocco di lignite. Il singolare oggetto, è un cubo di acciaio di 67x67x47 mm di lato e dal peso di 785 grammi

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OOPArt: il cubo di Gurlt
OOPArt: il cubo di Gurlt

Il cubo di Gurlt viene ancora definito un OOPArt, acronimo di Out Of Place ARTifacts, che tradotto in italiano suona come “manufatti, o reperti, fuori posto” è un termine coniato dal naturalista e criptozoologo americano Ivan T. Sanderson per dare un nome a una categoria di oggetti anacronistici.

Il cubo di Gurlt venne scoperto nell’autunno del 1885 da un operaio di nome Reidl, che lo trovò all’interno di un blocco di lignite. Il singolare oggetto, è un cubo di acciaio di 67x67x47 mm di lato e dal peso di 785 grammi.

Da dove viene questo misterioso oggetto metallico trovato nella fonderia sita a Schöndorf, vicino Vöcklabruck, in Austria e chi lo ha fabbricato?

La lignite è un carbon fossile formatosi dalle foreste del secondario e del terziario; il deposito da cui venne estratto il blocco venne datato 60 milioni di anni. Gli operai avvisarono il loro capo, uno dei figli di Isidor Braun, il proprietario della fonderia, che portò il reperto al museo Heimathaus di Vöcklabruck.

La domanda che viene d’istinto è: chi forgiava cubi d’acciaio 60 milioni di anni fa?Ovviamente i sostenitori delle teorie sulla storia alternative pensano che il cubo di Gurlt sia opera di esseri alieni o magari di antichi abitanti della Terra tecnologicamente avanzati.



Il cubo di Gurlt, le analisi

Un anno dopo, nel 1886 si tenne una conferenza alla Naturhistorische Vereindi di Bonn, dove l’ingegnere minerario Adolf Gurlt, professore di geologia all’università di Bonn, che diede in seguito il nome all’oggetto, spiegò che a suo avviso l’oggetto fosse un meteorite.

Nonostante si parli di un cubo, viste le misure si dovrebbe definire l’oggetto più un parallelepipedo e anche se i primi rapporti lo definivano di forma cubica, il manufatto era tutt’altro che regolare.

Peccato che, a un certo punto, il cubo di Gurlt  sparì nel nulla, sparirono perfino le foto e quindi venne realizzata una copia che venne esposta all’Oberosterreichisches Landesmuseum, a Linz (il museo di Castello Linz), dove era stato esposto anche l’originale dal 1950 al 1958.

Lo scrittore Peter Kolosimo, parlò dell’oggetto nel libro “Non è terrestre“, del 1971, affermando che l’originale si troverebbe al Salisbury Museum. Anche lo scienziato Carl Sagan ipotizzò potesse trattarsi di un manufatto appartenuto ad un’antica civiltà, teoria ovviamente non verificabile a causa della scomparsa del cubo di Gurlt.

Alcuni anni anni or son il giornalista russo G. N. Ostroumov, si recò a Salisburgo per chiedere informazioni sul cubo di Gurlt, ma, stranamente gli addetti del museo dissero di non sapere dove fosse e che, probabilmente, andò perduto prima della seconda guerra mondiale. Non venne ritrovata nessuna documentazione, nessuno studio o analisi del cubo di Gurlt, che se fosse effettivamente un OOPart sarebbe stato interessante da analizzare. Ostroumov dichiarò la vicenda una colossale bufala.

In realtà, l’oggetto, come già scritto, oltre a non assomigliare assolutamente a un cubo non è mai sparito e non si è mai trovato a Salisburgo; infatti, è attualmente custodito al Museo Heimathaus a Vöcklabruck, in Austria.

Anche la storia del ritrovamento nella lignite è inventata, l’oggetto venne semplicemente trovato in una miniera.

Per concludere, fra il 1966 e il 1967, il cubo di Gurlt fu analizzato dal museo di storia naturale di Vienna per mezzo del microscopio elettronico e risultò che il presunto meteorite non presentava tracce di nickel, cromo o cobalto, escludendo cosi la sua origine meteorica; Non presentava tracce nemmeno di zolfo, quindi non poteva trattarsi di pirite.

Anche il contenuto di magnesio era basso e per questo il dottor Gero Kurat, esperto di mineralogia del museo di Vienna, e il dottor Rudolf Grill, del Geologische Bundesanstalt (istituto di rilevamento geologico) di Vienna, ipotizzarono si potesse trattare di semplice ferro fuso.

Probabilmente il cubo di Gurlt era un qualche tipo di zavorra utilizzata nei primi macchinari minerari.

Analisi successive effettuate nel 1973 da Hubert Mattlianer ha portato all’ipotesi che l’oggetto potrebbe essere stato fuso usando la tecnica della cera persa, una tecnica di fusione dei metalli utilizzata fino dall’età del bronzo.

Il cubo di Gurlt non ha 60 milioni di anni, e benché sia un oggetto certamente curioso, sule sue origini si sono sprecate speculazioni infondate.

Anche se le analisi non hanno portato ad una conclusione definitiva, forse abbiamo davvero a che fare con un OOPart, nel senso che, per ora, non ci sono conclusioni definitive se non che l’oggetto è stato realizzato dalla civiltà umana.

Anche in questo caso, sono diffuse le classiche teorie circa gli OOPArt: origine aliena, origine terrestre (un antico popolo sconosciuto) e origine naturale. Rispetto alla maggioranza degli altri casi di OOPArt, questa volta sono stati compiuti seri esami scientifici sul reperto e i risultati spingono a credere che il cubo abbia un origine artificiale. Comunque, il cubo è attualmente esposto all’Heimathaus Museum di Vöcklabruck, in Austria.

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