La conservazione dei cibi

La categoria di alimenti che per la maggiore tende a degradarsi prima è quella di frutta e verdura ed il motivo risiede nella percentuale di acqua. L’acqua è vita e dove c’è acqua c’è maggior probabilità di trovare microrganismi come batteri e funghi

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Quante volte vi è capitato di fare la spesa per un lungo periodo, specialmente adesso che ci troviamo in emergenza sanitaria, e di trovarvi in frigo, nella fruttiera sul tavolo, o addirittura nella credenza, cibi andati a male?
Scommetto molte volte!
La categoria di alimenti che per la maggiore tende a degradarsi prima è quella di frutta e verdura ed il motivo risiede nella percentuale di acqua. L’acqua è vita e dove c’è acqua c’è maggior probabilità di trovare microrganismi come batteri e funghi.
Premesso che maggiore è la componente di acqua in un alimento, maggiore è la sua propensione a subire degradazione, vediamo insieme i modi migliori per salvaguardare i nostri futuri pasti.
Conoscere la temperatura più adatta in cui custodire i prodotti è alla base per una conservazione ottimale. I prodotti del mondo vegetale non sono tutti uguali, perciò, i frutti di origine tropicale come ananas e banane vanno conservati fuori frigo, specialmente durante i mesi invernali. In caso contrario sicuramente subiranno danni da congelamento, annerendosi dall’interno. Tener conto del luogo di origine di un prodotto è il modo migliore per capire quale sia il suo posto in casa.
Nel momento in cui ogni prodotto si trova nel posto adatto, altro parametro di cui tener conto è assicurarsi un buona igiene.
Un luogo pulito, asciutto e non esposto a luce solare diretta garantisce una maggiore shelf-life del prodotto, qualunque esso sia. I frigoriferi andrebbero igienizzati ogni 2/3 mesi ed ogni qual volta ci si al lontane da casa per più di una settimana, o anche nel momento in qui si acquista un nuovo frigorifero.
Aspetto importante è il controllo di ciò che acquistiamo ancor prima di acquistarlo. Controllare, quindi date di scadenza e condizione del prodotto stesso. Nel caso di frutta e verdura è importante capire se sono contaminate o rovinate anche in piccolissima parte. Presenza di marciume, muffe, ammaccature varie sono le condizioni che determinano la salubrità del prodotto e che quindi non devono essere presenti. Muffe e batteri tendono a propagarsi e colonizzare qualsiasi substrato con le caratteristiche ottimali per essere contaminato.
Ad esempio, comprando 1 solo mandarino che presenta in un solo piccolissimo punto muffa, nel giro di 1-2 giorni, tutti gli alimenti che sono stati a contatto o anche in prossimità di quel singolo mandarino verranno contaminati, sviluppando a loro volta delle colonie.
Infine, recipienti e contenitori giocano un ruolo importante nella conservazione. Nel caso specifico di frutta e verdura andrebbero evitati contenitori in plastica che creano un effetto sauna (ottimale per la propagazione di contaminanti (batteri e funghi) e preferire sacchetti di carta.
Altre dritte strategiche sono quelle di comprare frutta climaterica (ossia, che matura dopo il distaccamento dalla pianta), in una fase leggermente più acerba. In questo modo, si garantisce un tempo di consumo più amplio. Tra i frutti climaterica ricordo: banane, pesche, kiwi, meloni, fichi, mele, avocado, albicocche, banane, susine, pere, papaya.
I frutti aclimaterici, che non maturano dopo la raccolta ma tendono solamente a marcire, come ciliegie, fragole, uva, agrumi, peperoni, cetrioli, vanno invece acquistati con il presupposto di essere consumati quanto prima. Rifornirsi di prodotti aclimaterici in quantità modeste è un modo per evitare di buttarli, risparmiare, e scongiurare contaminazioni nelle vostre cucine.
Questa caratterizzazione, climaterico/aclimaterico permette all’uomo una più efficiente commercializzazione nel campo della frutticoltura. È necessario che l’educazione all’acquisto da parte dei consumatori, comprenda questa nozione, al fine di ridurre gli sprechi, deleteri dal punto di vista economico, ecologico ed etico.
Gli studi dimostrano che per ogni nucleo familiare, c’è un deterioramento del 25% di prodotti freschi, che vengono dunque gettati. Un efficacie gestione della conservazione dei prodotti può ridurre la quantità dei rifiuti e permettere un costante ed ottimale consumo di fresh food.

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