La rivoluzione del Neolitico

La rivoluzione del Neolitico potrebbe non essere stato l'inizio del passaggio da nomadismo a stanzialità, almeno in base agli indizi raccolti nel sito archeologico di Göbekli Tepe

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Il Neolitico o Età della Pietra Nuova è un periodo della storia dell’umanità che si è svolto tra i 12.000 e i 10.000 anni a.e.v. nell’antico Vicino Oriente. Nei primi quattromila anni la ceramica non era ancora stata inventata tanto che questo periodo prende il nome di “Neolitico preceramico”.
Si parla di rivoluzione del Neolitico perché in questo periodo si sviluppa un profondo cambiamento della vita degli uomini. Non solo cambiano gli utensili in pietra – ed è appunto il motivo per cui la si chiama «Età della Pietra nuova» – ma è anche il momento in cui si cominciano a coltivare piante come frumento e orzo, e ad allevare animali come pecore e capre, in una serie di siti che vanno dall’estremità del Golfo Persico alla zona tra Turchia e Siria, scendendo lungo la costa mediterranea fino all’attuale Israele: la cosiddetta Mezzaluna Fertile.
L’abbondanza di cibo, disponibile per gran parte dell’anno produce la forte riduzione del nomadismo, essenziale per le popolazioni di cacciatori-raccoglitori, si registra una crescita demografica e le comunità formate da poche capanne di fango, iniziano a trasformarsi in villaggi e successivamente in vere e proprie città.
La società inizia a diventare più complessa tanto da avere bisogno di leggi, contabilità, scrittura. Tutto ciò, e altro ancora, è avvenuto in seguito alla domesticazione di piante e animali, che tuttavia, secondo alcuni, ha anche dato origine, tra le varie cose, anche a  violenza, disuguaglianza sociale e altre ingiustizie.
Sullo sviluppo dell’agricoltura nella Mezzaluna Fertile esistono varie teorie, una di queste chiama in causa un eventuale cambiamento climatico tra il 10000 e il 9000 a.e.v. che potrebbe aver favorito l’insediamento presso oasi, la scoperta delle specie di piante e animali addomesticabili, la sovrappopolazione e l’abuso delle risorse naturali, nonché altri eventi e situazioni che potrebbero avere reso la domesticazione possibile e al tempo stesso necessaria.
Gli scavi del sito archeologico di Göbekli Tepe, situato a circa 18 km a nordest della città di Şanlıurfa nell’odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente all’inizio del Neolitico, (Neolitico preceramico A) o alla fine del Mesolitico getta però una nuova luce sulla fine del nomadismo, che potrebbe essere precedente lo sviluppo dell’agricoltura.
In questo straordinario sito archeologico infatti è stato ritrovato quello che è probabilmente il più antico luogo di culto fino ad adesso scoperto, un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco. Sono inoltre stati rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre 15 tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l’utilizzo di strumenti in pietra.
La costruzione ha richiesto alcune centinaia di anni ed è particolarmente straordinaria se si pensa alla rudimentale tecnologia di quell’epoca. Tagliare, modellare e trasportare per decine di metri pietre da sedici tonnellate, pur senza disporre di ruote o bestie da soma, in un mondo dove non esistevano ancora la scrittura, i metalli né la ceramica è un fatto straordinario.
L’aspetto importante per noi è che Göbekli Tepe è situato all’estremità settentrionale della Mezzaluna Fertile, e sembra essere uno dei siti più antichi di questo periodo. Anzi, pare che fosse occupato addirittura poco prima che gli abitanti imparassero l’arte della domesticazione, poiché le migliaia di ossa animali rinvenute fanno ritenere che la popolazione cacciasse e mangiasse selvaggina, in primo luogo gazzelle e volatili.
Per molto tempo si è pensato che gli esseri umani fossero riusciti a diventare stanziali solo dopo avere inventato la domesticazione di piante e animali, come spiegato prima, ma siti come Göbekli Tepe potrebbero indicare il contrario. Proprio perché in un sito simile erano riunite così tante persone, per poter costruire i cerchi, incidere le pietre e così via, può darsi che abbiano dovuto escogitare un modo per nutrire tutti, se i consueti metodi di caccia e raccolta si fossero rivelati insufficienti.

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