Grande evento di ossidazione di 2,43 miliardi di anni fa. Quali furono le conseguenze

Il primo grande evento di ossidazione è avvenuto circa 2,43 miliardi di anni fa. Questa data segna l'inizio dell''ossidazione del nostro pianeta, un periodo fondamentale nella storia della sua evoluzione. Per la prima volta l'ossigeno è presente nell'atmosfera in quantità significative

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Grande evento di ossidazione di 2,43 miliardi di anni fa. Quali furono le conseguenze

Il grande evento di ossidazione dell’atmosfera del nostro pianeta, l’evento che ha mutato in maniera radicale la successiva natura dell’abitabilità della Terra, secondo un studio, è avvenuto molto più tardi di quanto si è ritenuto fino ad ora.

Lo studio, che è stato condotto da un gruppo internazionale di ricercatori guidato dall’Università di Leeds che comprendente anche ricercatori dell’Università della California-Riverside, dell’Università di Harvard, dell’Università della Danimarca meridionale e dell’Università di St Andrews, getta una nuova luce su alcuni eventi climatici estremi che hanno colpito il nostro pianeta quando nel corso della sua evoluzione e stato ripetutamente ricoperto da un’immensa crosta di ghiaccio.

Il primo grande evento di ossidazione è avvenuto circa 2,43 miliardi di anni fa. Questa data segna l’inizio dell’ossidazione del nostro pianeta, un periodo fondamentale nella storia della sua evoluzione. Per la prima volta dalla formazione della Terra l’ossigeno è presente nella sua atmosfera in quantità significative.

Anche se il primo grande evento di ossidazione ha condotto a livelli di ossigeno molto più bassi dei livelli che possiamo misurare oggi, ha mutato completamente e in maniera radicale la composizione chimica della crosta terrestre.

Il grande evento di ossidazione, o crisi dell’ossigeno, diede il via alla catena di eventi che portò all’evoluzione di forme di vita complessa sul nostro pianeta, ma provocò anche l’estinzione della maggior parte delle forme di vita preesistenti

 Il grande evento di ossidazione è stato un punto di svolta che ha portato a un nuovo corso dell’evoluzione delle forme di vita presenti sulla Terra. L’abbondanza di ossigeno ha portato il nostro pianeta a essere quel mondo brulicante di vita che conosciamo.



I ricercatori, dopo aver studiato le rocce del Sud Africa che sono state depositate nell’oceano durante il grande evento di ossidazione, hanno scoperto che l’ossigenazione atmosferica “precoce” è durata per un breve periodo di tempo. In quella prima fase quindi, la presenza dell’ossigeno non è diventata una caratteristica duratura dell’atmosfera terrestre, come invece è successo molti milioni di anni dopo.

I ricercatori del team internazionale sono stati guidati dal professor Simon Poulton della School of Earth and Environment di Leeds. Poulton ha spiegato che il grande evento di ossidazione ha cambiato radicalmente l’ambiente e l’abitabilità del nostro pianeta. 

Altre ricerche, svolte in passato, avevano stabilito che il primo grande evento di ossidazione deve essere avvenuto tra i 2,43 e 2,32 miliardi di anni fa circa. Tuttavia, la ricerca effettuata dal team internazionale guidato dal professor Poulton indica che, in effetti, l’ossigenazione dell’atmosfera del nostro pianeta è stata altamente instabile per un periodo di almeno 200 milioni di anni.

Secondo i nuovi dati raccolti, l’ossigenazione atmosferica permanente sarebbe invece avvenuta circa 100 milioni di anni più tardi di quanto si pensasse in precedenza. I risultati ottenuti dal team di ricercatori sono pubblicati sulla rivista Nature. Le conclusioni suggeriscono inoltre un collegamento diretto tra l’instabilità della concentrazione di ossigeno atmosferico e le concentrazioni di gas serra.

Il grande evento di ossidazione e la Terra palla di neve

Il professor Andrey Bekker dell’Università della California-Riverside, coautore dello studio, ha spiegato che i risultati ottenuti aiutano a dare una risposta a quattro glaciazioni diffuse che si sono verificate in coincidenza con il grande evento di ossidazione, alcune delle quali hanno probabilmente coperto l’intero pianeta trasformandolo in una vera e propria palla di neve.

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Per molto tempo si è pensato che vi fosse un collegamento tra le glaciazioni totali della Terra e la grande crisi dell’ossigeno

La Terra rimase completamente sepolta nel ghiaccio per molti milioni di anni. I nuovi dati raccolti dal team internazionale mostrano che l’aumento permanente dell’ossigeno nell’atmosfera terrestre si è effettivamente verificato dopo l’ultima grande glaciazione del periodo e non prima di essa.

La ricerca ha quindi messo fine a quello che in precedenza era stato un grande dubbio nella comprensione dei legami tra l’ossigenazione atmosferica precoce e l’intensa instabilità climatica.

Il team che ha condotto la ricerca ha ribattezzato questo periodo come il grande episodio di ossidazione. Ha inaugurato un’era lunga 1,5 miliardi di anni di stabilità climatica e ambientale, che tale è rimasta fino a un secondo periodo importante che ha visto un nuovo incremento dell’ossigeno e dell’instabilità climatica alla fine del periodo Precambriano.

Il professor David Johnston dell’Università di Harvard è uno dei coautori dello studio, ha spiegato che l’aumento dell’ossigeno atmosferico è stato un fattore di importanza capitale per l’abitabilità del nostro pianeta. Capire come sia avvenuta la storia dell’ossigenazione atmosferica ci permette in definitiva di capire come l’ossigeno sia aumentato fino a raggiungere i livelli sufficienti per consentire l’evoluzione di animali complessi.

“Il grande evento di ossidazione”, ha detto Johnston, “ovvero il momento in cui l’ossigeno atmosferico è salito per la prima volta a livelli apprezzabili, rappresenta un passo fondamentale per la storia della vita sulla Terra”.

Il professor Poulton ha concluso sostenendo che non possiamo iniziare a capire le cause e le conseguenze dell’ossigenazione atmosferica, il controllo più significativo sull’abitabilità della Terra, se non sappiamo con esattezza quando si è effettivamente verificata l’ossigenazione atmosferica permanente. 

Ora grazie allo studio del team internazionale guidato da Poulton finalmente abbiamo quel pezzo del puzzle.

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