Nuovi studi sui Neanderthal

5 nuove ricerche sui nostri fratelli estinti nell'arco degli ultimi mesi

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Da anni al centro delle ricerche della comunità scientifica i nostri antenati ormai estinti si arricchiscono continuamente di nuovi studi che non sempre chiariscono o confermano quello che pensiamo di sapere su loro.

Soltanto negli ultimi mesi sono stati pubblicati ben 5 studi significativi sui Neanderthal, In aprile su Scientific Reports una ricerca annunciava la scoperta di residui di corda intrecciata trovati in un sito nel sud della Francia e risalenti ad almeno 40.000 anni fa. Si tratta di una conferma non soltanto della capacità tecnologica di questi lontanissimi fratelli ma anche di quella cognitiva.

Subito dopo però interviene un altro studio pubblicato sul Journale of Archaeological Science che mette in dubbio questa elevata capacità cognitiva basandosi su nuove analisi delle datazioni uranio-torio che avevano attribuito ai Neanderthal l’arte rupestre rinvenuta in alcune grotte spagnole. La nuova datazione sembrerebbe escludere che queste capacità artistiche siano frutto dei Neanderthal.

A maggio, invece, su Nature, si fa luce sulle presunte interazioni tra i migranti Sapiens e le popolazioni indigene (Neanderthal) in via di estinzione. Utilizzando tecniche di ultima generazione come Zooms (Zooarchaology by Mass Spectrometry) si afferma che le somiglianze tra le tecniche utilizzate dai Sapiens nel sito di Bacho Kiro e quelle dei Neanderthal europei sono da ricondurre a forme di trasmissione culturale tra i due gruppi.

In altri termini i Neanderthal non avrebbero sviluppato queste capacità in modo autonomo ma attraverso un processo di apprendimento dai più evoluti Sapiens. Un successivo studio pubblicato su Genetics fa il punto su alcuni aspetti delle relazioni tra i due gruppi sia per quanto riguarda le ibridazioni genetiche che quelle di derivazione ecologica.



Su Quaternary Science Reviews una ricerca si focalizza sul motivo della completa estinzione dei Neanderthal dopo un periodo relativamente lungo di convivenza con i Sapiens. L’articolo sostiene che l’affermazione dei secondi a scapito dei primi deriva dalla maggiore capacità delle popolazioni più evolute di sfruttare opportunità e risorse contingenti al di la degli effetti stressanti dei fattori ambientali.

Insomma il mistero che avvolge i Neanderthal è tutt’altro che risolto compiutamente e possiamo essere certi che molti altri studi sui nostri fratelli estinti seguiranno nel prossimo futuro.

Fonte: Le Scienze, luglio 2020 edizione cartacea

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