Perché i dinosauri erano enormi?

Alcuni scienziati hanno avanzato l'idea che, poiché anche i dinosauri grandi iniziavano la vita come cuccioli di piccole dimensioni, avrebbero potuto utilizzare risorse diverse durante la loro crescita, occupando spazi in ecosistemi dove le specie più piccole potevano prosperare

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La prole di giganteschi dinosauri come il Tìyrannosaurus rex era in grado di rimodellare il proprio ecosistema ai danni di specie rivali di dimensioni inferiori.

La scoperta è stata effettuata da ricercatori americani e lo studio relativo è stato pubblicato sulla rivista Science.

La scoperta permette di rispondere a un mistero celato dietro 150 milioni di anni di evoluzione di questi enormi animali: perché esistevano molte specie più grandi rispetto a quelle piccole, esattamente l’opposto di quello che vediamo oggi negli animali terrestri?

Kat Schroeder studentessa laureata alll’Università del New Mexico ha fatto un paragone interessante per cercare di spiegare il mistero:

“Le comunità di dinosauri erano come centri commerciali il sabato pomeriggio, zeppe di adolescenti. Costituivano una parte significativa degli individui di una specie e avevano un impatto molto reale sulle risorse disponibili nelle comunità”.

Nonostante i fossili a nostra disposizione siano limitati, si ritiene che complessivamente tra i dinosauri non vi fosse molta varietà: conosciamo appena circa 1.500 specie di dinosauri, rispetto alle decine di migliaia di specie moderne di mammiferi e uccelli.



Inoltre, in tutta l’era mesozoica, da 252 a 66 milioni di anni fa, c’erano relativamente molte più specie di dinosauri di grandi dimensioni che pesavano oltre una tonnellata rispetto alle specie che invece pesavano meno di 60 chilogrammi.

Alcuni scienziati hanno avanzato l’idea che, poiché anche i dinosauri grandi iniziavano la vita come cuccioli di piccole dimensioni, avrebbero potuto utilizzare risorse diverse durante la loro crescita, occupando spazi in ecosistemi dove le specie più piccole potevano prosperare.

Come misurare le dimensioni dei dinosauri

Schroeder e i suoi colleghi hanno testato la teoria esaminando i dati di siti fossili in tutto il mondo, con oltre 550 specie di dinosauri, e hanno raggruppato i dinosauri in base al fatto che fossero erbivori o carnivori, e in base alle loro dimensioni.

Hanno scoperto un divaro notevole nelle taglie medie di ogni raggruppamento che comprendeva megateropodi, o predatori giganti come il T. rex.

“Pochissimi dinosauri carnivori tra 100 e 1.000 chilogrammi erano presenti nelle comunità che annoverano i megateropodi”, ha detto Schroeder.

“E i giovani di quei megateropodi si adattano perfettamente a quello spazio”.

La conclusione viene avvalorata dal modo in cui la diversità tra i dinosauri è cambiata nel tempo. Le comunità che si sono sviluppate nel Giurassico (200-145 milioni di anni fa) avevano lacune più piccole e le comunità del Cretaceo (145-65 milioni di anni fa) ne avevano invece di grandi.

Questo perché i megateropodi adolescenti del Giurassico erano più simili agli adulti, e c’era una più ampia varietà di sauropodi erbivori dal collo lungo (come il brachiosauro) che potevano essere predate.

“Il Cretaceo, d’altra parte, era completamente dominato da tirannosauri e abelisauri, che cambiavano molto man mano che crescevano”, ha sottolineato Schroeder.

la teoria del team è stata messa alla prova matematicamente. I ricercatori hanno moltiplicato la massa dei megateropodi più giovani a determinate età per quanti avrebbero dovuto sopravvivere ogni anno, sulla base dei reperti fossili in loro possesso.

Questo metodo statistico, che trattava efficacemente i giovani come se fossero una specie a parte, ha eliminato con precisione le lacune osservate dei carnivori di taglia media.

Oltre ad permettere la soluzione di un vecchio problema, la ricerca mostra il valore dell’applicazione di considerazioni ecologiche ai dinosauri, ha affermato Schroeder.

“Penso che ci stiamo spostando un po’ di più verso la comprensione dei dinosauri come animali invece di guardare i dinosauri come semplici fossili, che è dove è iniziata la paleontologia e lo è stato per molto tempo”, ha concluso Schroeder.

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