UFO: il caso Roswell non muore mai

Ricorderete certamente il caso Roswell che nacque ufficialmente nel 1947 quando, nel New Mexico, avvenne il presunto schianto di un oggetto volante non identificato, precipitato per cause ignote in quello che da allora in avanti sarà chiamato UFO crash

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UFO: il caso Roswell non muore mai
UFO: il caso Roswell non muore mai

Ricorderete certamente il caso Roswell che nacque ufficialmente nel 1947 quando, nel New Mexico, avvenne il presunto schianto di un oggetto volante non identificato, precipitato per cause ignote in quello che da allora in avanti sarà chiamato UFO crash.

La mattina dopo un allevatore, William Mac Brazel, trovò nella sua proprietà dei rottami e decise di avvisare lo sceriffo George Wilcox, di stanza a Corona, poco distante da Roswell.

Si parlò, all’epoca, di materiali indistruttibili e molti titoli ad effetto vennero scritti nei giornali, compreso un comunicato stampa ufficiale ordinato da un colonnello, William H. Blanchard. A detta di molti ufologi la storia fu insabbiata, ma in una conferenza stampa venne raccontata una storia che coinvolgeva un pallone sonda che sarebbe stato scambiato per un’astronave aliena.

Il caso sembrava chiuso, morto e sepolto nelle sabbie del deserto del New Mexico ma dopo 33 anni si tornò a parlarne grazie a un libro scritto da Charles Berlitz e William L. Moore. Sappiamo come andò a finire, i testimoni e le testimonianze, raramente di prima mano, tendevano a riproporre o abbellire quanto detto da altri, senza prove o riscontri.

Oggi sappiamo che la spiegazione ufficiale fornita nel 1947 era stata data per coprire un progetto che all’epoca nessuno doveva conoscere; il pallone c’era, ma non si trattava di un pallone meteorologico: era parte di un progetto top-secret che utilizzava microfoni a bassa frequenza in alta quota per cercare di monitorare le esplosioni atomiche dei sovietici, il progetto Mogul.

Quello che venne recuperato nel ranch era il volo numero 4, lanciato dall‘Alamogordo Army Air Field, in New Mexico. Prima che le batterie si esaurissero, il dispositivo era stato localizzato ad Arabela, a solo una ventina di chilometri dal ranch di Mac Brazel. Infatti nei primi racconti nessuno parlava di corpi alieni, di cadaveri in decomposizione, piuttosto, il primo rapporto parlava di pezzi di gomma, stagnola, alluminio, nylon e altri materiali molto terrestri.



Sull’incidente di Roswell nacquero molte storie, una di queste aveva come protagonista un’infermiera che lavorava all’ospedale militare di Roswell, una base con circa 5.000 militari.

L’infermiera stava svolgendo il solito lavoro durante il lungo weekend del 4 luglio, quando si imbatté in una scena inquietante. In cerca di provviste, aprì la porta di una sala d’esame e osservò due strani dottori chinati sui corpi di tre piccole creature umanoidi, ma non umane.

I loro corpi erano troppo piccoli, le braccia troppo sottili e le loro teste calve e grandi. Due erano gravemente mutilati e decomposti, mentre un terzo appariva relativamente intatto. Una forte puzza permeava l’aria. I medici chiesero rapidamente l’aiuto dell’infermiera e le autopsie continuarono fino a quando tutti gli interessati furono sopraffatti dall’odore dei corpi in decomposizione. Almeno questo è quello che si racconta e che chi ha “fede” in Roswell ritiene vero.

Chi era l’infermiera misteriosa? Da dove nasce questa storia nonostante ufficialmente a Roswell non furono trovati mai dei cadaveri alieni né dischi volanti distrutti? A quanto pare l’infermiera misteriosa aveva un confidente e quel confidente era Glenn Dennis che per decenni mantenne il segreto.

Dennis, avrebbe detto di conoscere l’infermiera a causa del suo secondo lavoro: autista dell’ambulanza cittadina. Come tale, era spesso alla base per lasciare le vittime di un infortunio. Il giorno del presunto crash di Roswell, Dennis affermò di aver portato un ferito in ospedale e poi fu sbrigativamente cacciato e persino minacciato da ufficiali dell’esercito che non aveva mai visto prima.

Dennis però non si diede per vinto e fissò un appuntamento a pranzo con la sua infermiera ma l’infermiera improvvisamente scomparve, Dennis non la senti mai più. Girarono due voci, una che l’avessero trasferita, l’altra che fosse rimasta vittima in un incidente aereo.

Glenn Dennis, tuttavia, è stato considerato uno dei “meno credibili” testimoni di Roswell da Randle nel 1998.

Nel libro di Randle e Schmitt del 1991 “UFO Crash at Roswell“, la storia di Dennis è stata messa in risalto in modo prominente. Randle disse che Dennis non era credibile “per aver cambiato il nome dell’infermiera una volta che avevamo dimostrato che non esisteva”. Le storie di Glenn Dennis furono anche messe in dubbio dal ricercatore Pflock.

L’autore scientifico scettico Brian Dunning concorda sul fatto che Dennis non può essere considerato un testimone affidabile, considerando che apparentemente aveva aspettato oltre 40 anni prima di iniziare a raccontare una serie di eventi non collegati.

Tali eventi, sostiene Dunnings, furono poi arbitrariamente uniti per formare quella che è diventata la narrazione più popolare del presunto incidente alieno.

Fonti: https://en.wikipedia.org/wiki/Roswell_UFO_incident; http://www.roswellfiles.com/Articles/MissingNurses.htm

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