Un rover cercherà acqua sulla Luna

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Proprio mentre il presidente Donald Trump firmava una direttiva per la NASA finalizzata al ritorno degli Stati Uniti sulla Luna, una squadra di ricercatori della NASA ha messo a punto un progetto tranquillo per inviare sul nostro satellite un rover senza pilota.

Il progetto è stato avviato tre anni fa, quando diversi centri della NASA, tra cui il Johnson Space Center, hanno intrapreso una ricerca per saperne di più sulla disponibilità di acqua sulla Luna. Se sulla Luna vi fosse abbastanza acqua e fosse possibile raccoglierla con una certa facilità, potrebbe essere utilizzata per creare combustibile per razzi e supporto vitale per astronauti.

Il risultato degli sforzi dei ricercatori è il Resource Prospector: un rover di 6 metri quadrati dotato di un trapano e un mini laboratorio di scienze costruiti per trovare ed elaborare l’acqua sulla luna. “La nostra missione consiste nel compiere il prossimo passo verso la ricerca dell’acqua sulla luna“, ha detto Bill Bluethmann, responsabile dello sviluppo del rover al Johnson Space Center.

La settimana scorsa, riferendosi alla sua nuova direttiva, Trump ha dichiarato: “Questa volta non solo pianteremo la nostra bandiera e lasceremo la nostra impronta, ma stabiliremo le basi per un’eventuale missione su Marte e forse un giorno su molti altri mondi“. Al lancio del rover mancano ancora almeno 5 anni ma Bluethmann ha dichiarato che se il nuovo corso federale aiuterà a far volare il rover più in fretta “Ne saremo lieti ed emozionati“.

Una scoperta lunare



Nel novembre 2009, la NASA fece un annuncio che cambiò radicalmente le prospettive sulla Luna: era stato individuato un deposito di acqua ghiacciata in un cratere lunare permanentemente oscurato.

Molti nella comunità scientifica avevano sempre pensato che la luna fosse un luogo arido e desolato ma i dati inviati a terra dal satellite NASA Lunar Crater Observation and Sensing ci hanno dimostrato il contrario. In seguito a questa scoperta, nel 2014 la NASA cominciò a sviluppare un rover capace di individuare e recuperare l’acqua sulla Luna.

Con un budget di 250 milioni di dollari la progettazione del rover è avanzata rapidamente ed ora si sta entrando nella fase di realizzazione. Il rover utilizzerà una tecnologia di mappatura per individuare le aree della Luna ove sia presente la maggior quantità di idrogeno. In queste zone il rover effettuerà perforazioni fino ad un metro di profondità e verranno prelevati blocchi di suolo che saranno successivamente analizzati all’interno del rover. Qui il terreno verrà pesato e riscaldato e l’acqua verrà catturata e stivata sotto forma di vapore.

La missione è prevista per il lancio tra il 2022 ed il 2023 ed il suo successo potrebbe essere una svolta per la progettazione di future missioni verso lo spazio profondo.

Se si trova abbastanza acqua, l’idrogeno che se ne potrebbe ricavare verrebbe usato per fornire carburante ai razzi destinati a Marte mentre l’ossigeno fornirebbe supporto vitale per gli astronauti. L’acqua lunare potrebbe rendere non solo più facili i viaggi spaziali ma li renderebbe anche più economici.

Il lancio di 1 sterlina fatta in qualsiasi materiale nello spazio costa migliaia di dollari“, afferma il sito web della NASA. “Un solo gallone d’acqua pesa più di 8 chili, quindi la capacità di generare acqua, aria e carburante nello spazio potrebbe rappresentare un enorme risparmio sui costi per le future missioni nello spazio profondo.

Questa possibilità ha attirato l’interesse di di molti produttori commerciali.

Penso che il mondo commerciale sia molto interessato a ciò che Resource Prospector potrebbe scoprire sulla natura delle risorse lunari“, ha detto Andrews. “Se fossero abbastanza accessibili e si trovassero modi economicamente validi per estrarle, si potrebbe letteralmente aprire un nuovo mercato“.

La missione del rover dovrebbe durare un intero giorno lunare: circa due settimane terrestri.

‘Marte e oltre’

Il rover lunare potrebbe ottenere maggiore spinta sotto l‘amministrazione Trump, visto il rinnovato rinnovato interesse espresso per l’esplorazione lunare umana, un interesse che lo scorso 11 dicembre ha portato il presidente Trump a firmare la direttiva sulla politica spaziale 1, esortando la NASA a riportare gli americani sulla luna.

La direttiva “segna un passo importante nel riportare gli astronauti americani sulla Luna per la prima volta dal 1972 per l’esplorazione e per stabilire una presenza a lungo termine“, ha detto Trump.

 

Nel 1993 era stato sciolto il consiglio creato per coordinare le politiche tra la NASA e altre agenzie coinvolte nello spazio ma, la scorsa estate, Trump lo ha ricostituito con un ordine esecutivo.

Torneremo sulla Luna con gli astronauti americani, non solo per lasciare impronte e bandiere, ma per costruire le fondamenta di cui abbiamo bisogno per mandare gli americani su Marte e oltre“, ha detto il vicepresidente Pence, secondo il Times.

 

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