Un’estinzione di massa dimenticata e un diluvio durato un milione di anni

Triassico: 233 milioni di anni fa, un evento denominato Episodio Pluviale della Carnia portò ad una grande estinzione di massa, uno degli eventi più catastrofici del pianeta che, tuttavia riportò ad una grande rigenerazione e ripopolazione del pianeta

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Estinzione di massa è una definizione che lascia poco di cui rallegrarsi, anche se, almeno per ora si potrebbe attribuire nello specifico solo ad un remoto passato. Dunque, smontando teorie fataliste di chi, per qualche stana ragione ci vuole per forza all’altro mondo, si potrebbe tranquillamente dire che il primo vero grande evento di estinzione di massa appartiene al Triassico, che si è concluso per una concatenazione di fatti ben 230 milioni di anni fa.

In base ai dati raccolti, s’ipotizzò non solo che questo fenomeno svuotò letteralmente gli oceani, comportando la scomparsa dell’81% delle specie marine; inoltre scomparve il 70% degli esemplari vertebrati sulla terra.

Probabilmente, quest’estinzione di massa, fu davvero la prima che portò veramente la Terra al collasso; in quanto, la vita sul nostro pianeta rischiò seriamente di scomparire per sempre. Quindi, sulla base di quanto appena affermato, è opportuno dire che il Triassico, si è concluso con una perdita e uno svuotamento quasi totale dell’intero ecosistema.

Se poi, ragioniamo sulla totale perdita di biodiversità, stimata in base ad un calcolo che prevedeva l’estinzione d’insetti (e famiglie di insetti) dal 53% all’83% ci si rende conto immediatamente che la ripresa è stata davvero molto lenta.

Da questa grande “evacuazione”, si sono poi evolute altre forme di vita che oggi conosciamo con il nome di dinosauri.  Ma, per arrivare a questi ultimi, ci sono ancora molte domande da porsi ed altre considerazioni da fare. Prima fra tutte cos’avrebbe potuto causare un danno di una simile portata.



La ricerca oggi attribuisce il fenomeno, a pochi fattori condivisi:

  • Cambiamenti climatico-ambientali
  • Attività vulcaniche
  • Eventi sismici
  • Eventi catastrofici.

Com’è stato possibile che il CPE abbia modificato le condizioni terrestri?

In realtà, la storia è stata sempre raccontata diversamente, narrando di una forte pioggia scesa sul super-continente di Pangea, che cadde per milioni di anni.

Un fenomeno meteorologico, noto come Episodio Pluviale della Carnia (CPE), che si è verificato circa 233 milioni di anni fa ed è stato un netto cambiamento rispetto alle condizioni tipicamente aride del tardo Triassico.

In quel periodo il pianeta attraversava degli eventi di natura varia e contrastante; non si trattava, infatti, solo di temporali, ma – come da elenco – di una serie di eruzioni vulcaniche, repentini e violenti cambiamenti climatici e una serie di mutamenti che causò, appunto la morte di un terzo di tutte le specie marine; più un numero indicativo di piante e animali terrestri.

Secondo quanto riportato da Science Advances in data 16 settembre, le prove di quanto i ricercatori affermano, sono documentate da nuove importanti prove fossili.

L’estinzione permiano-triassica, avvenuta appena 20 milioni di anni prima, potrebbe aver spazzato via il 90% delle specie viventi; quindi, l’evento del Triassico, non è nemmeno da considerare come quello con il numero più alto di morti delle cinque principali estinzioni di massa tipicamente dibattute dalla comunità scientifica.

Adesso però facciamo una considerazione pragmatica. Se andiamo a ragionare solo in “termini di perdita”, l’Episodio Pluviale della Carnia, dovrebbe comunque annoverarsi come una calamità senza precedenti. Eppure gli studiosi, intendono battersi su un concetto diametralmente opposto.

Questo svuotamento, per quanto ironico, ha, infatti, aggiunto valore alla vita. Non si può parlare solo di “morte” perché lo studio stesso dimostra che con la scomparsa di alcune specie è nata altra vita.

Stiamo parlando di una totale rigenerazione fortunata, che ha dato origine – oltre che al dominio dei Dinosaurianche all’evoluzione di milioni di specie che esistono tutt’oggi sulla terra.

Morte e rinascita di un ecosistema

“Una caratteristica chiave del CPE è che l’estinzione è stata seguita molto rapidamente da una grande irradiazione [di nuove specie]”; ha dichiarato al giornalista Scott Norris di Eos.org, l’autore dello studio, Jacopo Dal Corso, professore di geologia all’Università cinese di Geosciences a Wuhan. “Un certo numero di gruppi che hanno un ruolo centrale negli ecosistemi odierni sono apparsi o si sono diversificati per la prima volta in Carnia [un’era all’interno del Triassico che è durata da 237 a 227 milioni di anni fa]”.

“Questi gruppi includono le moderne barriere coralline e il plancton negli oceani”; ha detto Dal Corso a Eos, “così come la comparsa di fauna terrestre come rane, lucertole, coccodrilli, tartarughe e una nuova fascia di dinosauri (che prospereranno sulla Terra per i successivi 150 milioni di anni). Anche gli alberi di conifere hanno fatto la loro prima apparizione durante la Carnia, piantando ulteriormente le radici di molti ecosistemi moderni e invitando “l’alba del mondo moderno”.  Dichiarano gli autori.

Ma Allora, cos’ha portato il CPE realmente cambiando il mondo in maniera cosi eccezionalmente significativa?

In effetti, gli autori dello studio, che per quanto dire, sanno di muoversi in un “campo minato”, sospettano di alcuni fattori che potrebbero dare una svolta alla teoria.

Infatti, hanno tenuto conto anche di alcuni dati, che sembrano provenire da un campo di lava che si estende su tutto il continente.

Si tratta del territorio conosciuto come la provincia di Wrangellia che si estende per migliaia di chilometri attraverso la Costa occidentale del Canada moderno.

I ricercatori sono convinti che la risposta che stanno cercando si trovi in questo suolo; ovvero una massiccia provincia ignea creata da una violenta eruzione vulcanica.

Studi precedenti stimano che queste potenti eruzioni, abbiano rilasciato nell’atmosfera almeno 5.000 gigatoni di carbonio, che oggi sono addirittura centinaia di volte di più delle emissioni globali annuali. Questo probabilmente ha dato il via a quello che è stato poi l’estremo cambiamento climatico che ne è conseguito.

Il mondo, quindi, diventò significativamente più umido, causando piogge abbondanti che acidificarono gli oceani portando alla morte di diverse specie ma aprendo la strada anche alla diversificazione di nuove piante strane e animali che lentamente presero il sopravvento.

Ad ogni modo si tratta soltanto di teoria, infatti gli stessi ricercatori rilevano più volte che questo studio va approfondito per capire qual è la vera portata dell’episodio pluviale della Carnia e quali furono i possibili fattori scatenanti.

Purtroppo individuarli tutti è davvero una sfida ardua, giacché il nostro pianeta che è in continua evoluzione sta già corrodendo la propria storia, lasciando dietro di sé soltanto le briciole.

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