Viviamo all’interno di una simulazione al computer?

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di Oliver Melis

Una nozione filosofica chiamata “ipotesi di simulazione“, molto popolare sostiene che la nostra realtà potrebbe essere solo un sofisticato programma generato da un super computer.
Secondo alcuni è possibile che l’intero universo e la vita come la conosciamo siano una simulazione al computer progettata da un’intelligenza enormemente superiore alla nostra, il che significherebbe che tutto ciò che pensiamo come “reale“, inclusi noi stessi, sarebbe solo un’illusione generata dal software di un super calcolatore.

Anche Elon Musk si è espresso in proposito?

Elon Musk è un noto miliardario, brillante scienziato ed imprenditore. C’è lui dietro il programma missilistico SpaceX, le auto elettriche Tesla e altre avventure tecnologiche all’avanguardia.
Secondo Musk, l’argomento più convincente sulla possibilità che noi si viva in una simulazione sarebbe il seguente: 40 anni fa, avevamo Pong; Due rettangoli e un punto. Questo era tutto ciò che eravano in grado di fare i primi computer per simulare un semplice gioco. Ora abbiamo simulazioni 3D realistiche con milioni di persone che giocano simultaneamente, e migliorano anno dopo anno.

In pratica, Musk ritiene che i giochi diverranno presto indistinguibili dalla realtà. Anche se il tasso di avanzamento scendesse di mille volte rispetto a oggi, lasciando passare abbastanza tempo arriveremmo a vedere risultati strabilianti. In pratica potremmo essere i “Sims” di qualche superintelligenza.

Per Musk dovremmo sperare che ciò sia vero perché, altrimenti, se la civiltà smettesse di avanzare, ciò potrebbe essere dovuto ad un evento in grado di cancellare in un colpo solo la nostra civiltà.



E Musk non è l’unico a pensarla cosi. Un articolo del 2016 del New Yorker ha riporta che questa idea sta diventando sempre più popolare negli ambienti tecnologici degli imprenditori: molte persone nella Silicon Valley sono favorevoli all’ipotesi della simulazione e che, ciò che sperimentiamo come realtà, sia la creazione di un computer.

Persino alcuni scienziati, ad esempio l’astronomo Neil deGrasse Tyson, credono che sia possibile, anche probabile, che siamo il frutto del programma di realtà virtuale di qualcun altro.
Sarebbe bello se le nostre vite, il nostro pianeta, il nostro sistema solare, il nostro universo, fossero parte di una simulazione di dati condotta dagli alieniNeil deGrasse Tyson (@neiltyson) 10 settembre 2014

Nel 2016, la Bank of America si è avvicinata al concetto della Matrix pubblicando un opuscolo di investimento che suggerisce che potremmo già vivere in una realtà simulata: BANK OF AMERICA: “C’è una probabilità del 20% -50% di essere dentro la matrice e la realtà è solo una simulazione di Myles Udland” pic.twitter.com/TltpYbjPxI – Sanguine (@laginchey) 8 settembre 2016

Per chiarire, Bank of America non stava cercando di convincere nessuno sul fatto che viviamo all’interno di una simulazione al computer. Stavano sfruttando il concetto per stimolare l’interesse degli investitori nella realtà virtuale, e accreditato correttamente l’argomento sottostante al suo ideatore, il filosofo dell’Università di Oxford, Nick Bostrom.

Il documento di Bostrom, pubblicato nel 2003, dal titolo “Stai vivendo in una simulazione al computer?” in cui Bostrom afferma la futura capacità di creare al computer menti dotate di consapevolezza. Nel testo, Bostrom speculava sulla possibilità che una civiltà super evoluta fosse in grado di sviluppare non solo una simulazione della realtà così ricca di informazioni da essere indistinguibile dalla realtà ma addirittura di realizzare “un numero astronomico” di tali simulazioni. Da ciò desumeva l’esistenza di forti indizi per ritenere che anche la nostra realtà non sia altro che una delle tante simulazioni, realizzata da un’altra civiltà super intelligente ed esterna al nostro universo. Una civiltà del genere potrebbe addirittura realizzare una simulazione dell’intero universo dotata di forme di vita pensanti.

A queste speculazioni avevano già pensato alcuni scrittori di fantascienza, come Frederik Pohl nel racconto “Il tunnel sotto il mondo“, dove uno dei personaggi si accorge di vivere in una ricostruzione della sua cittadina e di essere circondato da robot, anzi, di essere lui stesso un artefatto, una simulazione, una copia.

Oggi, studiando le forze fondamentali della natura, si pensa di replicarle e infine essere in grado di poterle utilizzare per creare un universo virtuale del tutto indistinguibile dal nostro.

In definitiva, secondo le ipotesi più spinte, al di là del nostro universo potrebbero essercene un’infinità di altri che hanno solo alcune caratteristiche diverse dal nostro e forse ospitano forme di vita completamente aliene che si pongono le stesse domende che ci poniamo noi.

Resta che, reale o simulato, il nostro universo rappresenta una sfida per ognuno di noi.

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